Premio Scenario2005- 10a edizione | Progetto finalista

FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI, 24, 25, 26 GIUGNO 2005

venerdì 24 Giugno , ore 17:30 | Il Lavatoio

11/10 in apnea

Teatro Sotterraneo | Firenze

creazione collettiva di Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli,
Claudio Cirri, Daniele Villa
in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca,
Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri
elaborazione drammaturgica Daniele Villa
musiche originali Lorenzo Piggici
sound design Stefano Simonelli (Kama Studio)
falegnameria Gianluca Angelucci,
Umberto Bonaventura
organizzazione Simone Sensi

Teatro Sotterraneo
via Lambruschini, 52
50134 Firenze
Simone Sensi
cell. 333 5266490
teatrosotterraneo@hotmail.com

Segnalazione speciale Premio Scenario 2005

Motivazione della Giuria
Le traiettorie umane di alcuni giovani dalle identità imprecisate. In queste appare il segno evidente di una generazione che cerca legami non costrittivi ma che sente il bisogno di una comunicazione, della possibilità di esperienze e azioni comuni.
La compagnia, con un compatto lavoro di gruppo, costruisce intorno a questa dinamica interiore un calibratissimo ritmo di racconto, di dialogo e di azione scenica, delineando in alcuni momenti dei credibili microdrammi, ma definendo, poi, più esplicite astrazioni di movimento con una notevole efficacia di segno.

11/10 in apnea
Sotterraneo e superficie. Microsistema privato e macrosistema sociale a confronto. Tre personaggi che svuotano uno spazio e un intruso. Una vicenda reale attraversata da incursioni non reali.
11/10 è anzitutto un lavoro di ricerca teatrale collettiva: diversi soggetti collaborano alla sua realizzazione senza gerarchie o recinti fra competenze. Siamo partiti da un nucleo drammaturgico abbozzato, poi rielaborato attraverso la condivisione di materiali (testi, film, musiche, spettacoli teatrali) e la collisione fra background tecnico-culturali diversi. Il confronto e la capacità di mettersi in discussione sono divenuti cifra del nostro lavoro: si cercano coordinate condivise, si fa e si cancella con piacere: il risultato è un prodotto di sintesi in cui il collettivo artistico opera da “riduttore delle complessità”. La ricerca avviene attraverso l’improvvisazione in prova, ripresa da una videocamera e poi analizzata collettivamente, scomposta, discussa, pulita fino a selezionarne gli elementi a nostro parere più efficaci per dar loro una forma (momentaneamente) definita, lasciando comunque aperta la possibilità di recuperare i materiali di scarto. Altra cifra di questo lavoro è il riciclaggio: la scenografia proviene dai cassonetti della città, gli oggetti di scena vengono usati per quel che sono, ma anche rifunzionalizzati a seconda delle esigenze, portati alle estreme conseguenze da un’esistenza scenica significativa e persistente. Lo stesso discorso vale per il testo: battute che ritornano, completa interdipendenza fra le diverse parti di parlato, azioni gesti posizioni codificati e riproposti, il tutto secondo una partitura corale in cui l’attore è talmente vincolato e meccanicamente indirizzato da risultare naturale, sicuro e protetto, ma libero di scartare, capace di condizionare un’azione scenica pulita in sé. Non c’è niente di aggiuntivo: corpi, significati e strumenti d’apparato nascono dall’interno della scena e la delimitano. Fuori, dietro, accanto, è pieno di gente che scrive, compone musiche, realizza costumi, ristruttura la scenografia e organizza il lavoro collettivo, ma lo spettacolo contiene ogni prestazione e ogni prodotto. Nulla è dato al caso. Nella “patologica” ricerca della più completa coerenza, cerchiamo di trovare risposte soddisfacenti a qualsiasi perplessità. Niente di quanto si vede è semplice presenza, qualsiasi elemento consuma tutto il suo potenziale prima di essere tralasciato, inscatolato e rimosso dalla scena, dove in ultima battuta non rimarrà che lo spazio vuoto, stadio ultimo d’un prodotto artigianale a conduzione orizzontale.

Compagnia Teatro Sotterraneo
Il nucleo originario, composto dai quattro giovani attori, si è riunito per la prima volta nel 2003 con l’obiettivo di sviluppare un metodo di lavoro nuovo e condiviso, risultante cumulativa delle esperienze individuali e frutto della sperimentazione di gruppo. La compagnia ha dedicato più di un anno al lavoro di ricerca su testi preesistenti, oltre che all’allestimento e circuitazione di 5 x una (di Enrico Luttman). Questa fase di integrazione e costruzione di basi condivise si conclude con l’ingresso di un dramaturg, coincidente con la progettazione di uno spettacolo interamente creato da e per la compagnia. Nel corso dei lavori, lo stesso sistema d’interscambio e sintesi delle soggettività si è esteso al di fuori dell’attività dei cinque “autori”, coinvolgendo figure specifiche quali un organizzatore, musicisti, costumisti, artigiani e tecnici, collaboratori divenuti parte integrante e irrinunciabile del progetto.

Claudio Cirri e Matteo Ceccarelli sono diplomati alla scuola di teatro Laboratorio Nove presso il Teatro della Limonaia, con cui hanno collaborato per vari anni.

Sara Bonaventura e Iacopo Braca, già allievi di Stefano Massini, hanno partecipato al corso di formazione di un anno con l’Odin Teatret organizzato dalla compagnia Chille de la Balanza, presso cui hanno lavorato in vari progetti.

Daniele Villa, studente del corso di laurea in Media e Giornalismo, collabora ai progetti della compagnia in qualità di autore e dramaturg.

Simone Sensi, studente del corso di laurea Pro.ge.a.s., si occupa dell’aspetto organizzativo della compagnia.