Premio Scenario2009- 12a edizione | Progetto finalista

PROGETTO TRIENNALE SANTARCANGELO 2009-2011, 19/20/21 giugno 2009

domenica 21 Giugno , ore 10:00 | Il Lavatoio

A tua immagine

Davide Gorla, Enrico Ballardini, Giulia D'Imperio | Varedo, Milano
foto © Marco Caselli Nirmal

progetto drammaturgico Davide Gorla
diretto e interpretato da Enrico Ballardini
Giulia D’Imperio
Davide Gorla
musiche originali Enrico Ballardini
luci Monica Gorla
Francesco Collinelli

Davide Gorla
www.odema.it
odemago@gmail.com

segnalazione speciale Premio Scenario 2009

Motivazione della Giuria

Un inedito e scatenato terzetto di personaggi e di attori invade la scena all’interno di una drammaturgia visionaria, in cui gli uomini interrogano la propria storia, il retaggio delle culture irrigidite, le mistificazioni operate sul nome e in nome di Dio, e dove invece, chi umano non è, mostra improvvise debolezze, cedimenti e calcoli di parte. Una messa in scena leggera e profonda, dove una ricerca d’attore, che evoca i linguaggi del cabaret e del pastiche comico, incontra un livello di pensiero complesso e inusuale raccogliendo e rilanciando suggestioni da Goethe, Saramago e Pessoa per approdare a un’ipotesi inedita.

lo spettacolo

Circondati dalle nebbie di un non luogo, ci troviamo dinanzi a dei personaggi altolocatissimi. Il primo di essi è venuto per chieder conto al padre di quali siano i doveri e i privilegi che comporta questo essere figlio suo. Il secondo, il padre, sembra tergiversare dinanzi a queste richieste. Infine il terzo è venuto perché anch’egli può trarre degli interessi da questa unione. Ed è proprio il terzo personaggio, questo diavolo, un po’ triste e un po’ ironico, a introdurci in un quadro famigliare terribile: quello di Lui, di Dio e di suo figlio Gesù. Parla di un Dio pessimo, ambizioso e insensibile più di chiunque altro alla pena e al dolore. Unico suo scopo, dominare sulle genti. Ben vengano, se utili, il sacrificio dell’unico figlio e altre nefandezze, tali da far sperare al diavolo stesso che non venga attribuita a lui la colpa di tutto questo.
Un progetto che si porta dietro la più orrenda, interminabile scia di morte, soprusi e nefandezze che la storia ricordi e che è ancora miracolosamente in vita oggi. Progetto fin troppo umano e materiale per essere volontà divina, che da un lato sottrae al testo e ai personaggi un peso altrimenti insostenibile e dall’altro mette in risalto la mollezza di una società facile da plasmare e controllare. Il fortissimo disagio del personaggio (come un’ape in un luogo senza fiori) è anche il nostro nei confronti di una cultura che da millenni ci opprime, facendo leva su un assurdo ricatto morale. Illusione nel nome della quale si tengono nell’ignoranza popoli interi. Disagio che ci porta a lanciare questa provocazione, per niente velata, dati gli argomenti in questione; anche se l’intento, più che sollevare polemiche dovute alle parole grosse, è un invito a una riflessione intima.
Il progetto nasce dall’incontro umano e artistico tra Davide Gorla, Enrico Ballardini e Giulia D’Imperio, con l’intento di far convergere le esperienze di ognuno in un percorso creativo comune. Tra le occasioni di incontro, lo spettacolo Quando usciremo, in scena a Milano allo spazio Zazie nel 2006, diretto e interpretato da Davide Gorla ed Enrico Ballardini. A Tua Immagine è il primo progetto che vede noi tre uniti alla lavorazione di uno spettacolo a livello di scrittura, regia e interpretazione.

La compagnia

Odemà
Enrico Ballardini, attore, musicista e cantautore, si è formato con la compagnia Com Teatro di Corsico (MI), con la quale collabora da molti anni. Approfondisce la sua formazione partecipando a laboratori tenuti da Emma Dante, Danio Manfredini, Lorenzo Loris, Theodoros Terzopulos, Tahdashi Suzuki. A teatro è stato diretto da diversi registi tra cui Claudio Orlandini ed Emma Dante. Collabora come attore e musicista con la compagnia Quelli di Grock e con diverse compagnie di teatro per ragazzi. Esordisce come regista nello spettacolo In panne di Friedrich Dürrenmatt e, insieme a Davide Gorla, nello spettacolo Quando usciremo di Gianni Hot.
Giulia D’Imperio studia lingue straniere e, nel 2002, si diploma presso la scuola di teatro Arsenale di Milano. Continua la sua formazione frequentando diversi laboratori, condotti, fra gli altri, da Claudio Orlandini ed Emma Dante. Nel 2004 si diploma a Milano presso un’accademia di danza e canto dove si avvicina all’acrobatica, studia musica e si dedica allo studio della danza contemporanea, classica e del tip tap. Negli anni lavora come attrice e ballerina per il teatro dedicato ai ragazzi e per produzioni indipendenti sia teatrali sia cinematografiche.
Davide Gorla frequenta la scuola di teatro di Quelli di Grock dal 1996 al 1998. Dal 1999 prende parte al laboratorio permanente del Com Teatro di Claudio Orlandini con il quale studia per diversi anni, prendendo parte inoltre a diversi laboratori condotti, fra gli altri, da Domenique De Fazio, Danio Manfredini, Mamadou Dioume. Dal 2001 inizia a lavorare come attore con alcune compagnie di teatro ragazzi (Com teatro, Out Off, Palchetto Stage, Oblò dell’oblio). Nel 2006 debutta con Enrico Ballardini nello spettacolo Quando usciremo di cui è interprete e coregista. Ad oggi scrive e mette in scena spettacoli di divulgazione scientifica per la fondazione Enrico Mattei

Rassegna stampa

“Gazzetta di Parma”, 12 aprile 2010
di Valeria Ottolenghi

[…] Visioni estreme con un dio/donna che dialoga con il diavolo mentre va chiedendo al figlio il sacrificio supremo, il potere come massima attrazione, al di là del bene e del male: una sorta di confronto teologico e di sberleffo espressionista nello stesso tempo […] Un lavoro denso, forse troppo pieno di parole, ma con passaggi di straordinaria efficacia: entusiasta il saluto del pubblico. […]

“teatroecritca.net”, 17 settembre 2009
di Andrea Pocosgnich

[…] L’ironia del testo e la dinamicità nella regia, interessante il lavoro fisico che non segue quasi mai la partitura testuale, ma si muove su una linea di scrittura visiva autonoma, su tutte ricordiamo soprattutto la scena in cui Dio canta con ritmi da musical le barbarie e le atrocità che gli uomini perpetreranno in suo nome, rendono i 20 minuti di spettacolo un nucleo su cui il giovane gruppo Odemà può continuare a lavorare per un progetto più ampio. […]

“delteatro.it”, 6 agosto 2009
di Andrea Porcheddu

[…] Vivacissimo e di grande energia il lavoro A tua immagine dei milanesi Davide Gorla, Enrico Ballardini, Giulia D'Imperio: pastiche grottesco e divertente, dissacrante e ironicamente arguto su un ipotetico dio-donna alle prese con un figlio da sacrificare e un diavolo con cui discutere. Gioco per tre attori possenti - su tutti la maschera espressionista della brava D'Imperio, ottima nel dar voce e corpo a questo dio sbrindellato a arruffone - con una scrittura che svela progressivamente e inesorabilmente il compromesso storico dell'Uomo costretto a fare i conti con la sua storia e con il bisogno di divino. […]

"il Roma", 23 aprile 2010
di Angela Di Maso

[ ... ] Superbo, grottesco, esilarante... [ ... ] La narrazione, di stile cabarettistico, è teologicamente blasfema, filosoficamente ineccepibile. L'umorismo, pirandelliano. La regia, un misto di generi ottimamente amalgamati. Gli attori, eccezionali.

"La Nazione Siena", 2 dicembre 2010
di Massimo Biliorsi

[ ... ] Ma il linguaggio è quello più divertente e surreale della migliore tradizione teatrale che si avvicina al cabaret, con tutta l'ironia che oggi il presente ci concede. [ ... ] La forma teatrale è avvincente... [ ... ]

"La Repubblica", 12 ottobre 2010
di Sara Chiappori

[ ... ] Antiaccademici ma con le idee molto chiare [ ... ] Una creazione di teatro che non tralascia l'urgenza del corpo, la sua fisicità e la sua energia per smantellare i retaggi culturali legati alla religione. [ ... ]

"Teatro e Critica", 6 dicembre 2010
di Andrea Pocosgnich

[ ... ] Beninteso lo spettacolo, a mio avviso da non perdere per la leggerezza con cui riesce a far danzare certi pensieri sul palco (anche grazie alle musiche e alla chitarra di Ballardini), non è dedicato solo agli atei convinti, ma anzi si configura più facilmente come un'indagine sull'umano. Su ciò che l'uomo è capace di fare per il potere, sull'incapacità delle masse di rimanere critiche rispetto alla divinizzazione di chi questo potere lo incarna.
La visione è dunque consigliata a un pubblico eterogeneo, di ogni età, orientamento sessuale, grado culturale e colore politico.